L’INFANZIA NEGATA IN SUD SUDAN

La firma degli accordi di pace, avvenuta durante l’estate in Sud Sudan, ha rappresentato un passo positivo verso un processo che sarà lungo e faticoso.
Il Paese si trova infatti attualmente in una profonda crisi umanitaria che ha reso estremamente critiche le condizioni di vita dell’intera popolazione e soprattutto dei bambini, che vedono ogni giorno violati i diritti fondamentali dell’infanzia.
Dei 3,4 milioni di bambini nati in Sud Sudan dalla sua indipendenza di 7 anni fa, circa 2,6 milioni sono nati in guerra, conoscendo solo paura, sangue e drammi.
Molti bambini hanno perso la propria famiglia durante la fuga o a causa delle rappresaglie dei gruppi armati, diventando così facili prede di questi ultimi che li arruolano come bambini soldato. Nonostante dall’inizio di quest’anno siano stati rilasciati circa 800 bambini, si stima che 19mila bambini continuino ad essere utilizzati dai gruppi armati come combattenti, cuochi e messaggeri, oltre a subire abusi sessuali.
Il conflitto ha anche spinto centinaia di migliaia di bambini fuori dalla scuola: una scuola su tre è stata danneggiata, distrutta, occupata o chiusa dal 2013. In altre parole, più di 2 milioni di bambini, ovvero più del 70% di coloro che dovrebbero frequentare le lezioni, non ricevono un’istruzione.
Anche la carestia si è fatta sentire e i tassi di malnutrizione sono a livelli critici. Più di 1 milione di bambini sono malnutriti, 300 mila dei quali sono gravemente malnutriti e a rischio di morte.

Tutto ciò è inammissibile: non possiamo più permettere che così tanti bambini corrano il rischio di perdere la propria infanzia e siano costretti a vivere in queste condizioni, in contesti caratterizzati dalla povertà o dalla guerra.

Noi di Insieme con Sorriso stiamo dalla parte dei bambini!

A Mupoi sosteniamo una scuola materna che garantisce le lezioni anche agli studenti dei primi anni della scuola primaria. L’istruzione ha un’importanza significativa soprattutto in Sud Sudan, dove il tasso di analfabetismo è tra i più elevati al mondo, così come l’abbandono scolastico, soprattutto delle bambine, a causa di matrimoni precoci o dello sfruttamento del lavoro minorile. La scuola, oltre ad essere un centro educativo, è anche un luogo di difesa dei diritti dell’infanzia e di protezione per i bambini che trovano riparo durante il giorno, diminuendo il rischio di essere rapiti e arruolati con i vari gruppi armati.
Infine a scuola garantiamo un pasto giornaliero ai bambini, limitando così il problema della malnutrizione.