Un mondo a Fame Zero è possibile

Il 16 ottobre si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, indetta ogni anno dalle Nazioni Unite per sensibilizzare sulle problematiche della povertà, della fame e della malnutrizione nel mondo, sulla sicurezza alimentare e per diffondere diete nutrienti per tutti.
Quest’anno il tema è Fame Zero: “Le nostre azioni sono il nostro futuro. Un mondo a Fame Zero entro il 2030 è possibile”.

Come fare? Adottando uno stile di vita più sostenibile, lavorando con gli altri, condividendo le conoscenze e dimostrandosi disposti a dare una mano per migliorare il mondo.

I progressi fatti nel corso dei decenni per sconfiggere la malnutrizione stanno oggi vivendo un’inversione di tendenza, complici la crisi economica, le guerre e gli eventi meteorologici estremi legati ai cambiamenti climatici. Paradossalmente, mentre milioni di persone in ogni angolo del globo, soffrono la fame, 672 milioni hanno problemi di obesità e oltre 1,3 miliardi risultano in sovrappeso.

Per capire meglio di cosa stiamo parlando, possiamo confrontare quanto costa un piatto di cibo nel mondo, in proporzione al reddito medio pro-capite. Considerando cioè un reddito medio pro-capite identico, in diverse parti del mondo, viene calcolata la percentuale spesa per acquistare gli ingredienti di un pasto di 600 calorie, cucinato a casa. Dopodiché viene calcolato il prezzo ‘percepito’ in base al reddito standard. Per esempio, prendendo a riferimento il costo del cibo a New York, i dati del Wfp rilevano come un cittadino newyorchese spenda 1,20 dollari per cucinare un piatto base come una zuppa di legumi (con ingredienti fagioli o lenticchie, un pugno di riso o cereali, acqua e olio). Un cittadino del Sud Sudan, invece, per cucinare lo stesso piatto, spende l’equivalente del proprio reddito di due giorni, come se a un newyorchese servissero 348,36 dollari per cucinare lo stesso piatto.

Sud Sudan, Yemen, nord-est Nigeria, sono Paesi o regioni dove la carestia è una minaccia costante. In tutti e tre i luoghi, infatti, i prezzi del cibo che aumentano si sovrappongono all’evoluzione dei conflitti. Per molte persone, la sopravvivenza non sarebbe possibile senza l’assistenza di organizzazioni umanitarie.

Quello che facciamo noi di Insieme con Sorriso è proprio combattere contro la fame e facilitare l’accesso al cibo per la popolazione sud sudanese.
Abbiamo quindi avviato e sostenuto diversi progetti agricoli, per aiutare la popolazione ad essere autosufficiente.
La popolazione locale è molto soddisfatta di questi progetti, che hanno garantito cibo anche in un momento molto difficile per questo giovane Paese.