Vescovi Sud Sudan: appello contro crimini di guerra

“Il nostro Paese non è in pace. La gente ha paura. La guerra civile, che abbiamo spesso descritto priva di alcuna giustificazione morale, continua”.

Il dilagare di questa situazione ha spinto i vescovi del Sud Sudan a pubblicare una Lettera pastorale ripresa dall’agenzia Fides, nella quale lamentano l’attacco ai civili sia da parte del governo che dell’opposizione, e lanciano un allarme sulla dimensione etnica che il conflitto ha assunto.

“Nonostante i nostri appelli rivolti a tutte le parti, fazioni e singoli individui per fermare la guerra, si continua ad uccidere, rapinare, saccheggiare, fare sfollare la gente, attaccare le chiese e distruggere proprietà in tutto il Paese.

In alcune città c’è la calma, ma l’assenza di armi da fuoco non significa che la pace sia arrivata.

In altre città, i civili sono ‘prigionieri’ a causa dell’insicurezza nelle strade circostanti”, si legge nel documento. La gente non ha un posto sicuro dove mettersi al riparo dalle violenze: “Anche quando sono venuti a cercare riparo nelle nostre chiese o nei campi profughi delle Nazioni Unite hanno continuato a subire abusi da parte delle forze di sicurezza.

“Molti sono stati costretti a fuggire nei Paesi limitrofi”, hanno dichiarato i vescovi che, vedendo l’odio aumentare nel Paese, definiscono “crimine di guerra” ogni tipo di violenza, omicidio, tortura e stupro di civili. “La gente è stata ammassata nelle case alle quali poi è stato dato fuoco. I corpi delle vittime sono stati gettati in serbatoi infetti. C’è una totale mancanza di rispetto per la vita umana”.

Inoltre l’episcopato cattolico dichiara che intraprenderà un approccio “più dinamico” per andare avanti e che si continuerà nello sforzo e nell’impegno di restare in contatto con altre Chiese cristiane nel tentativo di trovare una pace duratura.

“Attraverso il Piano d’azione per la Pace del nostro Consiglio delle Chiese del Sud Sudan – si legge nel comunicato giunto a Fides – intendiamo incontrarci di persona non solo con il Presidente, ma anche con i vice presidenti, i ministri, i parlamentari, i leader dell’opposizione e i politici, i funzionari militari di tutte le parti e chiunque altro riteniamo abbia il potere di cambiare il nostro Paese per il meglio. E’ nostra intenzione incontrarci non solo una volta, ma tutte le volte necessarie, per intraprendere una azione e non solo per dialogare”.

Nello scorso mese di giugno, la Santa Sede ha annunciato l’iniziativa “Il Papa per il Sud Sudan” che ha promosso lo stanziamento di un fondo vaticano da utilizzare nel Paese africano per istruzione, sanità e agricoltura.

Articolo preso da: Radio Vaticana